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Anche se non sono gigli

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TEMATICHE

                         

ANCHE SE NON SONO GIGLI

 

 

 

E’ un cortometraggio realizzato dal regista Gianluca Nieddu, rappresentato dall’esito finale del laboratorio cinematografico organizzato dal Centro dei servizi culturali insieme ai detenuti all’interno del Carcere di Macomer.

 

Il progetto è stato sviluppato nel 2013 all'interno della casa circondariale di Macomer mediante un corso di alfabetizzazione cinematografica, con lo scopo di far parlare di carceri attraverso un punto di vista poco conosciuto, mettendo al centro delle riflessioni della detenzione proprio gli stessi detenuti. Il regista ha voluto appositamente utilizzare una tecnica del “Chroma Key” per esprimere la metafora dell’essere indifferenti ed esclusi dalla comunità: i personaggi sono proiettati fuori dalle mura del carcere, camminando per le strade della città, ma appaiono sempre fuori dimensioni, fuori misura, troppo grandi o troppo piccoli, da non riuscire a salire il gradino di un marciapiede, per essere notati.

 


Ogni detenuto ha contribuito attivamente alla realizzazione del documentario con i propri talenti e interessi con l’intento di raccontare la speranza disillusa di ciò che accadrà usciti dal carcere, il desiderio di una vita normale annichilito dal timore di non essere accettati, di dover convivere con un marchio indelebile, di essere costretti a reiterare il reato.

 

 

Prospettive

 

Gianluca Nieddu, il regista ha affermato: “Stiamo affrontando con un approccio documentaristico e poetico il problema del dopo: quale futuro e quale inserimento sociale per loro? Ho voluto mostrato e spiegato come funziona il cinema quando non si vede, che cosa fanno le persone dietro la macchina da presa per stimolarli a conoscere qualcosa di nuovo Ognuno nelle sue specificità ha capito quale fosse il suo ambito più interessante, dall'aspetto fonico a quello delle luci o delle riprese ma ciò che è veramente interessante è che il lavoro lo hanno fatto proprio i detenuti”.

 

Le testimonianze dei detenuti coinvolti nel progetto:

  • "Vogliamo dire la verita? Il carcere non è come dovrebbe essere. E'un mondo tutto diverso di come appaia nei film, ma quando sei dentro ti fai un’altra idea".
  • "A me manca mia figlia e la libertà giustamente".
  • “Non è facile riprendersi la propria vita quanto saremo fuori di qui, le catene restano in testa, e non sempre quella testa è la mia.”

 

Agnese Moro, psicosociologa e figlia dell’ex presidente del consiglio Aldo Moro, durante la presentazione di un corto realizzato nel carcere di Parma, ha affermato che la pena deve servire a ri-educare la persona per farla tornare un membro attivo della nostra società perché è il detenuto stesso che vuole restituire qualcosa a quella società a cui qualcosa ha tolto comportandosi male. Tutta la società deve soffermarsi a riflettere se vuole che una persona sia perduta per sempre o se vuole lanciare il messaggio che ogni persona sia preziosa e vada ricondotta alla vita.

 

 

Approfondimenti:

Intervista a Gianluca Nieddu al Festival del Documentario Italiano - Villanova Monteleone 2014.

 


 

 

 

 

 

 


 

Educazione formale

vs

Educazione informale 

 
 
 

Esclusione

vs

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Ozio

vs

Responsabilizzazione

 
 
 

Rieducare

o

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