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Non me la racconti giusta

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Istruzioni

CASI   Non me la racconti giusta  Anche se non sono gigli           InGalera           L'isola di Gorgona  Avrei qualcosa da dirti 

TEMATICHE

                         

NON ME LA RACCONTI GIUSTA

 

 

E’ un progetto di arte pubblica, nato dalla collaborazione tra gli artisti Collettivo Fx e Nemo’s, il magazine di arte e cultura contemporanea Ziguline e Antonio Sena, fotografo e videomaker, che si è svolto all’interno di due istituti penitenziari italiani con l’intento di far riflettere sul ruolo educativo di questi luoghi di confine nella società e al contempo di combattere attraverso l’arte ogni forma di pregiudizio.

Il progetto è stato suddiviso in due interventi:

 

  •  Il primo intervento si è svolto dal 07 all’11 novembre 2016 nella Casa circondariale di Ariano Irpino, dove è stato realizzato un murales di 20×5 metri raffigurante il volto di Ulisse, la cui scelta è stata motivata dal fatto che il suo viaggio pieno di insidie è riconducibile a quello compiuto dai detenuti ed il ritorno a casa diventa volano che spinge a superare e resistere a tutte le difficoltà;

 

  •  Il secondo intervento si è svolto invece dal 21 al 25 novembre 2016 nella Casa di reclusione di Sant’Angelo dei Lombardi, dove è stato realizzato un murales di Totò alato di 30×5 metri nel passeggio principale del carcere. La scelta di questa immagine è stata fortemente voluta dal gruppo di lavoro in quanto principalmente napoletani, ma dedicata a tutti i detenuti dell’istituto penitenziario, per lo più partenopei, con l’intento di dar voce alla realtà buona napoletana, in quanto Totò è stato un personaggio universalmente noto come simbolo del cinema e teatro ma anche un esempio di umiltà e generosità che non ha mai rinnegato le proprie origini.

 

 

Prospettive

 

Collettivo Fx e Nemo’s e Ziguline, gli ideatori del progetto hanno dichiarato "Uno dei paradossi del carcere è che i detenuti vivono quotidianamente una realtà che non gli appartiene e che non li rispecchia. La realizzazione di un’opera d’arte ideata e concretizzata attraverso il loro lavoro rappresenta qualcosa che possono sentire proprio. Per ogni tappa un gruppo di detenuti viene coinvolto nella realizzazione di un murale all’interno del carcere dove l’ideazione e la progettazione dell’opera non vengono imposte dai coordinatori ma generate dal confronto tra gli stessi detenuti".

 

Gianfranco Marcello, Direttore Casa Circondariale di Ariano Irpino ha dichiarato “Questo progetto è un altro legame con la città di Ariano che ha reso possibile l'interazione con persone che hanno insegnato ai detenuti un modo particolare di fare arte  street art e che ha dato un anima a questo luogo di passaggio che prima era anonimo. L'arte ha una valenza particolare per i detenuti perché consente di andare al di là delle barriere e di far esprimere la propria personalità e quindi ha un potenziale enorme che solo all'interno del carcere si capisce ancora di più”.

 

Martina D’Andrea, psicologa e volontaria nel carcere di Rebibbia, sostiene che la promozione di percorsi artistici all’interno dei luoghi di detenzione può contribuire ad alleviare il “grigiore” della galera e restituire un senso di partecipazione alle persone detenute all’interno del luogo che condividono e a fornire strumenti che insegnino a gestire la libertà.

 

Approfondimenti:

http://www.ziguline.com/nonmelaraccontigiusta/#

https://vimeo.com/193173537

 

 

 

 

 

 


 

Educazione formale

vs

Educazione informale 

 
 
 

Esclusione

vs

inclusione 

 
 
 

Ozio

vs

Responsabilizzazione

 
 
 

Rieducare

o

Punire? 

 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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